I risultati del referendum confermativo sulla riforma della Costituzione voluta dalla destra confermano che l’Italia è un paese che non vuole essere diviso. Il NO stravince.
A nulla sono valse le minacce del leader del centro destra che alla vigilia del voto aveva affermato che”… chi non vota sì non è degno di considerarsi un buon italiano” rimediando alla solita brutta figura con una farfugliata ed improbabile "precisazione". Come a nulla varrà l’insulto lanciato da uno dei “migliori” esponenti della Lega dopo la sonora sconfitta “gli italiani fanno schifo e l’Italia fa schifo” precisando, dopo il clamore suscitato dall’enormità pronunciata, che l’insulto è stato dettato dall’amarezza…(e per questo va giustificato??). Ma per favore, se l’onestà intellettuale è chiedere troppo almeno un po’ di pudore!
A scrutinio concluso il dato è inconfutabile: ai NO il 61,4% ai SI il 38,6%. Anche il dato dell’affluenza con il 53,6% dice del grande impegno degli italiani in questo importantissimo pronunciamento: è più della metà degli aventi diritto al voto nonostante non fosse richiesto il quorum per questo tipo di votazione.
Fantastico il voto del sud e delle isole dove il NO vince con punte che vanno dal 70% della Sicilia all’82% della Calabria. Proprio quella parte del nostro paese che spesso viene tacciata di essere poco attenta ai fatti generali è stata quella che più ha gridato il suo NO. Ma davvero tutte le percentuali parlano di quanto gli italiani abbiano compreso la posta in gioco, la forte preoccupazione per ciò che si stava facendo alla nostra Carta Costituzionale, nata faticosamente dopo due anni di intenso e franco confronto da parte della Costituente, non si potevano buttare via – né per chi ha vissuto quel periodo, ma ancora di più per le giovani generazioni – i principi fondamentali della nostra Costituzione, più che mai attuale e nata per unire, per tutelare i diritti di tutti i cittadini senza distinzione di razza, censo, religione, convinzioni politiche…, con tutto quello che da questi principi è disceso: il rifiuto della guerra, l’affermazione e la difesa del nostro sistema democratico, la solidarietà, il diritto al lavoro e all’istruzione come valori irrinunciabili, quei valori che la destra in questi ultimi cinque anni ha cercato in tutti i modi di abolire.
Come FLC siamo orgogliosi di aver partecipato alla battaglia che la CGIL, il sindacato dei diritti e del lavoro ha portato avanti in tutti questi mesi in difesa della democrazia e della solidarietà nel nostro paese. Siamo orgolgiosi di aver contribuito con il nostro lavoro a questo straordinario risultato.