COMUNICATO STAMPA congiunto dei segretari CGIL e FLC di Siracusa | |
La pubblicazione dei recenti dati relativi all’indice di evasione scolastica nella nostra regione, consegna a Siracusa il triste e singolare primato di essere la prima provincia in Sicilia in termini di evasione dell’obbligo scolastico addirittura nelle scuole elementari. Il campanello d’allarme è dato non soltanto dall’attuale tasso di evasione dello 0,50% ma soprattutto dalla tendenza consolidata ad un incremento esponenziale, anno dopo anno, del degradante fenomeno sociale.
“ Il dato reso noto dall’Ufficio Scolastico Regionale – dichiara Roberto Alosi, Segretario Generale della FLC CGIL – getta un allarmante cono d’ombra sull’intero indirizzo di politica formativa che esprime il nostro territorio. L’increscioso aumento del numero di bambini della nostra provincia che non frequentano le scuole elementari fanno della nostra comunità una delle periferie culturalmente e socialmente più degradate e povere della Sicilia di fronte alla quale è bene che ognuno, nei distinguo di ruoli e funzioni, si interroghi. Bisogna assolutamente dismettere la maglia nera dell’evasione scolastica investendo con decisione sul terreno dell’istruzione, della formazione e della cultura sociale attraverso una coralità di interventi istituzionali mirati che non possono più essere affidati alla buona volontà di singole iniziative ma che richiedono condivisione di intenti, sinergiche strategie di intervento, ingenti investimenti in risorse umane ed economiche, capacità di far quadrato di fronte ad allarmanti indici di sgretolamento sociale e di analfabetismo civile”.
“ In un Paese normale – dichiara Gino Carnevale, Segretario Generale della CGIL – in cui il senso civico o anche solo quello del dovere fosse effettivamente radicato, il fenomeno dell’evasione scolastica fin dalle elementari non avrebbe ragion d’essere. La verità è che il circuito tra politica e cultura nel nostro territorio si è interrotto da qualche tempo. Frutto di contaminazioni e di perversi intrecci culturali ed economici, l’intollerabile fenomeno di inciviltà sociale affonda le sue radici nel massacro quotidiano della legalità, nello spregio dei diritti, nella tracotanza di una malata politica sociale che ha ormai raggiunto un livello insopportabile. Non possiamo rassegnarci a collazionare primati negativi dall’indice di vivibilità, ai livelli di disoccupazione, di qualità dei servizi, di attenzione solidale nei confronti delle fasce più deboli, di sviluppo e competitività, di politiche sociali e oggi finanche di evasione scolastica per i più piccoli. Abbiamo superato qualunque ragionevole livello di guardia e se non vogliamo precipitare in un oscuro baratro sociale, è tempo che, tutti insieme, avviamo una seria riflessione sul modello di società e di sviluppo che vogliamo costruire e consegnare ai nostri figli”.
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